di Augusto Cracco

Una foto storica e secondo me spettacolare: siamo prima del 1939, la ferrovia Cumana, in uscita dalla galleria proveniente dal Corso Vittorio Emanuele, procedeva in superficie sulla parte finale di via Cumana (appunto), con questa strada che era senza uscita dopo la curva successiva alla scuola Sacro Cuore (per capirci). Il binario incrocia quello del tram che, all’epoca, proveniva dalla scomparsa piazza Leopardi, percorrendo il primo tratto della strada da cui poi il tram è stato rimosso. Il tram proveniva da via delle Terme (oggi Caio Duilio), dopo aver percorso per breve tempo la Galleria 1884 (poi allargata e diventata nel dopoguerra “Quattro Giornate”) che presto ebbe problemi gravi di statica, tanto da costringere la costruzione di una piccola galleria tranviaria sul suo lato destro (guardandola da Piedigrotta) e garantire il collegamento fra Mergellina e Fuorigrotta. Dal 1925 il tram fu spostato nella nuova Galleria Laziale, percorsa centralmente dai tram fino al 1980 e lateralmente fino al dicembre 2000. La ferrovia Cumana fu interrata fino alla stazione Mostra compresa, ma il progetto prevedeva l’interramento fino a Dazio. Il resto dell’opera attende la realizzazione da quell’epoca. Tornando alla foto, notare i cancelli scorrevoli che venivano manualmente chiusi al passaggio dei treni, sulla linea elettrificata dal 1927 a 1200 volts nominali a corrente continua: si vedono i sezionatori che isolano il tratto incrociante il filo tranviario, alimentato a 600 volts. La linea ferroviaria avrebbe poi percorso parte di via Lepanto, incrociato un’area dove oggi c’è viale Augusto, percorso l’attuale via Fabio Massimo e poi immessa nell’attuale sede in superficie fra l’attuale viale Kennedy e via Diocleziano. La stazione di Fuorigrotta era sull’area condivisa con il deposito, i cui binari curvavano (fu così fino agli anni 60) anche su via Cerlone, arrivando a pochi metri da via Gabriele Rossetti. Il binario del tram rimase da piazza Marcantonio Colonna fino a dopo il Rione Lauro in posizione centrale (e percorso in doppio senso di marcia) fino alla metà degli anni 60, quando poi fu spostato accostandolo al marciapiede lato edicola di Don Vincenzo (per capirci) al momento della costruzione dell’anello su via Lepanto e via Iacopo de Gennaro. Il palazzo sulla destra che si intravede fu quello della prima panetteria Bosco (oggi sul marciapiede alcuni metri dopo Flor do Café), demolito dopo il terremoto del 1980 e rimpiazzato da uno di queli orrendi fabbricati gialli o rosa che apparvero lì, a piazza Lala, a San Giovanniello e a via Arenaccia (foto Aucone, collezione Lala).

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