La fermata Piazza Leopardi della linea 2 della Metro conserva solo il nome di un luogo che non appare alla vista dei passeggeri che escono dalla stazione. Oggi, infatti, ci si trova infatti di fronte al Viale Giulio Cesare e l’unico vero slargo si scorge poco più in là, dove un tempo effettivamente c’era la tomba di Giacomo Leopardi.

La piazza omonima esisteva davvero negli anni 30 quando il 12 maggio 1927 fu inaugurata quella stazione che porta il nome dello scrittore di Recanati, con il capolinea spostato all’attuale fermata di via Gianturco. Si trattava della Direttissima Roma-Napoli, costruita dal 1906 con l’obiettivo di collegare Piazza Garibaldi con Roma.

I lavori terminarono solo durante il periodo fascista, con l’inaugurazione della tratta Pozzuoli-Piazza Garibaldi. Non solo. Il governo Mussolini fu quello che cambiò radicalmente il volto del quartiere Fuorigrotta. Furono costruiti, all’epoca Viale Augusto e Viale Giulio Cesare. La chiesa di San Vitale fu rasa al suolo mentre la tomba di Leopardi che dava e dà il nome alla fermata, fu spostata nel Parco Vergiliano nel 1939.

 

Da allora, di strada ne è stata fatta tanta se pensiamo che per arrivare a Fuorigrotta l’unico modo era un tunnel romano costruito in epoca imperiale: la Crypta Neapolitana. Ad un certo punto, con l’evoluzione della città, l’opera non bastò a reggere gli spostamenti tra la città e il quartiere e questo ha condotto alla nascita delle varie linee di spostamento, mentre, dopo aver risanato il centro storico, il governo italiano aveva programmato di far diventare Napoli la prima città d’Italia dotata di metropolitana nel 1913, ma non fu così. Una sorte diversa, invece, toccò, come abbiamo scritto prima, alla linea Direttissima.

 

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