Marco Giglio del Gan racconta a Leggo Fuorigrotta particolari dell’antico complesso

 

di Tommy Totaro

 

Sono state portate alla luce nel 1939, durante i lavori per la realizzazione della Mostra d’Oltremare, ma l’impianto originario risale alla seconda metà del II sec. d.C. Stiamo parlando, pardon, scrivendo delle Terme romane di via Terracina, articolate su più livelli e presumibilmente alimentate dall’acquedotto del Serino, il cui stato di conservazione attuale, si può considerare, tutto sommato, buono. Ancora visibili, tra l’altro, il corridoio d’ingresso, adattato a cisterna in epoca medievale, ambienti, forse, adibiti a tabernae, alcuni mosaici a tessere bianche e nere, decorazioni del pavimento e la latrina. Quasi del tutto scomparsi, invece, gli elementi architettonici ed ornamentali.

Un’importante testimonianza del passato, incastonata ad hoc nel cuore pulsante di Fuorigrotta, poco distante dall’Ospedale San Paolo e dalla sede Rai di Napoli.

In questa intervista, Marco Giglio del Gan – Gruppo Archeologico Napoletano, racconta a LeggoFuorigrotta alcuni particolari del complesso e cosa è cambiato a causa del coronavirus.

 

Professor Giglio, si prevedono altri scavi o il complesso è totalmente emerso?

L’area archeologica fu indagata in maniera estensiva durante i lavori per la realizzazione della Mostra d’Oltremare. Dal 2018, sono oggetto di ricerca archeologica da parte mia per l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e del prof. Gianluca Soricelli per l’Università degli Studi del Molise, per comprendere al meglio le varie fasi di costruzione del complesso e giungere a un’edizione completa dello stesso.

 

Sono stati trovati reperti?

No. Purtroppo non sono noti reperti rinvenuti durante gli scavi del 1940, essendo andata perduta tutta la documentazione durante il secondo conflitto mondiale.

 

Secondo lei, queste terme potrebbero rientrare in un circuito turistico più vasto, che comprenda scavi archeologici più noti?

Potrebbero essere inserite in un circuito napoletano, insieme al Parco Archeologico di Posillipo e alle terme di Agnano.

 

Ci sono giorni prestabiliti per le visite guidate?

Il complesso termale è visitabile sia su richiesta, contattando la nostra associazione, sia durante le normali aperture al pubblico, in genere, nel secondo weekend del mese.

 

Come saranno gestite le Terme dopo l’emergenza Covid?

Il Gruppo Archeologico Napoletano ha in affidamento il complesso termale di via Terracina, grazie a una convenzione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, che prevede la possibilità di aprire il complesso al pubblico e di effettuare la manutenzione ordinaria. L’emergenza Covid ha impedito per un lungo periodo di svolgere alcune attività, in particolar modo, le aperture al pubblico, mentre la manutenzione non è stata mai sospesa. Sempre a causa dell’emergenza, abbiamo dovuto cambiare le modalità di fruizione, aumentando i tempi di visita (quindi riducendo il numero di ingressi giornalieri) prevedendo l’obbligo di prenotazione. Inoltre, il percorso è stato cambiato, in modo tale da non far mai incrociare i flussi di visita. Al termine dell’emergenza, prevediamo di ripristinare il normale percorso.

 

Marco Giglio
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