Gli edifici furono edificati per tenere a deposito, le merci e derrate, navi ed equipaggi, provenienti dai luoghi ove infuriava la peste, sotto stretta sorveglianza militare.
Furono fatti costruire nel 1626, quando la peste dilagava nel Mediterraneo, coinvolgendo molte province dell’allora frastagliata penisola italiana, divisa in tanti staterelli, ducati e granducati.
Nel 1619 gli Eletti di Napoli a causa del dilagare di nuova epidemia e per scongiurare che il flagello si abbattesse sulle coste della penisola, deliberarono la costruzione di un lazzaretto sull’isolotto del Chiuppino stanziando la cifra di 4800 ducati che fu realizzato tra il 1626-28, impiegato principalmente per mettere in quarantena tutte le merci che giungevano dalle navi e dalle imbarcazioni del Mediterraneo così come i loro equipaggi, sospettati di aver contratto il contagio in altri porti e paesi.
Il sistema sanitario sul mare, aveva escogitato un programma alquanto efficace: tutte le navi di transito a Nisida, venivano affiancate dalla Feluca della Sanità su cui operavano i Deputati della Salute che ispezionavano l’imbarcazione e il loro carico, e in seguito controllavano le bollette sanitarie e la patente. Se il test di buona salute dava esito negativo, le navi erano autorizzate alla libera circolazione ovvero all’ingresso nel porto e nel regno, viceversa in caso di esito positivo, le navi venivano dirottate a Nisida e obbligate alla quarantena.
Fino al 1775, l’Isolotto del Chiuppino, era separato da Nisida, fu agli inizi del 1800, che fu collegato a Nisida, tramite colmate su un terrapieno sommerso, composto da antichi resti romani. Nel 1935, Nisida fu collegata alla terraferma, e gli edifici del Lazzaretto, vennero demoliti. Restarono in piedi alcuni piccoli manufatti, che prese l’Aereonautica, in seguito, nel 1961, la NATO usò quei locali per deposito armi e munizioni.

Fonte: Napoli Retrò

 

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