E’ stato approvato a fine 2020 in giunta comunale con il piano urbanistico attuativo, il progetto di rigenerazione dell’ex Base Nato di Bagnoli.
Voluto dalla X Municipalità, dall’assessorato all’urbanistica del comune di Napoli, con fondazione Campania Welfare per l’assistenza all’infanzia (già banco di Napoli), il dipartimento di architettura, il rettorato della Federico II ed il supporto della Regione Campania. Secondo il presidente della X Municipalità Diego Civitillo, lo scopo del progetto è quello di recuperare le aree dell’ex Base Nato e renderle finalmente pubbliche anche se, già al loro interno, si svolgono numerose attività culturali, di gruppo, mostre e si fa sport.
L’ex Base però versa nel degrado perchè abbandonata ormai da 8 anni. Tra le altre cose, si pensa di riportare in quell’area un consultorio, assente da tre anni. Non appena il covid sparirà, dovrebbe esserci l’approvazione del Pua e l’avvio dei lavori per restituire materialmente ai cittadini quello spazio che, secondo Civitillo, ha la sua potenzialità, dimostrata dai cittadini che la occupano, con le citate attività che vi si svolgono all’interno.
Per quanto riguarda la storia dell’ex Base Nato di Bagnoli, ricordiamo che è stata costruita nel 1938 con lo scopo di ospitare i “figli del popolo”, gli orfani dei quartieri partenopei. Nel 1940 è stata inaugurata dal Duce Benito Mussolini e da allora in poi, con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, quelle strutture sono sempre state destinate ad ospitare le basi militari, prima fasciste, poi tedesce e dal 1954 al 2013, quelle della Nato.
Una vera e propria cittadella nata sulla collina San Laise con 30 ettari di estensione, che riporta ancora i segni di quello che è stato il più grande centro militare delle forze alleate per l’Europa del Sud. Consta di un piazzale centrale, edifici, aree di addestramento e un bunker anti-atomico.