di Bruno Marra
Che fosse diverso lo si capì fin da bambino. Quando quella sua chioma leonina e bionda si agitava nei campetti del barrio in controluce con la natura olivastra. Era bianco come il latte e non sembrava brasiliano neppure a guardarlo mille volte. Nossignore. E così lo chiamarono “Alemao”, che nello slang carioca significa il tedesco.
Ricardo Rogerio de Brito, ieri ha compiuto 59 anni. E’ stato il nostro leone azzurro nei meravigliosi anni della gloria maradoniana. Insieme a Diego e a Careca unificò il Sudamerica, Brasile e Argentina finalmente alleati alla corte del Regno di Napoli.
Alla fine degli Anni 80, quando in Italia si danzava con la “Lambada” e con l’immaginifico “Cacao Meravigliao”, il più grande ballo latino era quello del Napoli che agitava la movida azzurra in Italia e in Europa.
Alemao arrivò nell’estate del 1988 dall’Atletico di Madrid. Leggenda racconta che Luciano Moggi, allora DG del Napoli, convinse il presidente dell’Atletico, Jesus Gil, a cederlo dopo una cena molto prodiga di libagioni alcoliche. Cosicchè la firma fu inebriante, soprattutto per il Napoli che si assicurò uno dei centrocampisti più forti della storia.
Alemao fu assoluto protagonista della cavalcata strepitosa in Coppa Uefa. Rimbomba ancora nelle orecchie la voce gutturale di Bruno Pizzul che, nella magica notte del 17 maggio 1989, durante la finale contro lo Stoccarda urla: “C’E’ UN BUCO PER ALEMAO!”. E in quel buco il nostro leone azzurro si infilò segnando il primo gol al NECKARSTADION aprendo la strada al trionfo.
Un successo che preluse l’anno successivo al secondo scudetto nel 1990, quello della rivincita contro il Milan dell’Impero berlusconiano. Questo è stato Alemao per noi, un condottiero fiero e leale che per quattro anni ha saputo unire forza, coraggio e tecnica. Domenica 22 novembre “il tedesco” ha compiuto 59 anni. Che la vita gli dia almeno la metà della gioia che ci ha saputo regalare. “C’E’ UN BUCO PER ALEMAO!”. Per sempre nel nostro cuore…