Il pianeta Marte potrebbe avere ancora la sua acqua conservata nei minerali della crosta terrestre. E’ questo l’esito di uno studio pubblicato sulla rivista Science. Si tratterebbe di una percentuale compresa tra il 33% e il 99% del liquido che si trovava sul Pianeta rosso. Ed infatti migliaia di anni fa sulla sua superficie, l’acqua era raccolta in laghi, pozze, e oceani: addirittura si parla di un vaso di raccolta con profondità compresa dai 100 ai 1.500 metri, in pratica grande quanto il nostro Oceano Atlantico.
Si tratta di scoperte dovute ad uno studio innovativo perchè, fino ad ora, si riteneva che l’acqua marziana fosse fuggita da tempo nello spazio. I risultati sono stati presentati da Eva Scheller alla 52esima Lunar and Planetary Science Conference.
Elaborando le osservazioni condotte dalla Nasa in più missioni del Mars Exploration Program, il gruppo di ricerca ha osservato la quantità di acqua presente sul Pianeta rosso, la composizione chimica dell’atmosfera e della crosta terrestre. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento è finito il rapporto tra deuterio e idrogeno. L’acqua è composta, come si sa, da idrogeno ed ossigeno. Ma non tutti gli atomi di idrogeno sono uguali perchè alcuni presentano un deuterio che possiede un protone ed un neutrone, differenziandosi, così, dalla maggior parte degli atomi di idrogeno che possiedono un solo protone all’interno del nucleo.
L’idrogeno più pesante ovvero il citato deuterio non riesce a sfuggire dal pianeta rispetto a quello più leggero che invece finisce nell’atmosfera. Ma non conta solo questo aspetto nello spiegare la presenza di acqua intrappolata nei minerali su Marte, perchè ci sarebbe una combinazione dei due fattori alla base della scoperta del gruppo di ricerca: l’intrappolamento dell’acqua “pesante” nei minerali della crosta di Marte e la perdita di acqua “leggera” nell’atmosfera.
«I materiali idratati sul nostro pianeta vengono continuamente riciclati attraverso la tettonica delle placche», dice Michael Meyer del Mars Exploration Program della Nasa. «Poiché abbiamo misurazioni da più veicoli spaziali, possiamo osservare che su Marte l’acqua non si ricicla e quindi ora dev’essere rinchiusa nella crosta, oppure persa nello spazio». Il rover Perseverance della Nasa si occuperà di esplorare il Pianeta rosso a caccia di roccia marziana e regolite. I campioni saranno poi portati sulla Terra con il programma Mars Sample Return.